Librizzi is a town in the Province of Messina, Sicily. This blog is to honor my ancestors and the town where they were born.
Friday, December 31, 2010
Isole Eolie viste dalla Piazza Catena, Librizzi
Carmelo Rifici è l'autore della foto e immagine augurale.
Una bellissima veduta dalla Piazza Catena, Librizzi.
Tuesday, December 21, 2010
San MIchele Arcangelo, della Chiesa Madre di Librizzi
This is a page from Carmelo Rifici's site www.librizziacolori.eu
You will find part of this story on this site as well, in one of the posts on the Muscarà ancestors. Please note the role that Pietro and Rocco Muscarà played in the story of the statue of San Michele Arcangelo.
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San Michele Arcangelo torna a Messina
La statua lignea di San Michele Arcangelo, della Chiesa Madre di Librizzi, è tornata a Messina dopo 354 anni per essere esposta nella mostra Angeli senza tempo, al Monte di Pietà, in via XXIV Maggio, dal 23 dicembre 2010 (inaugurazione) al 22 gennaio 2011. La mostra è curata dalla responsabile dell’unità operativa Beni storico-artistici e iconografici della Soprintendenza di Messina, Grazia Musolino. Speriamo che sia l'occasione perchè ci si accorga che sono necessari urgenti interventi di restauro della statua e vi si provveda.
Questa bella seicentesca statua lignea di San Michele Arcangelo oggi necessita di restauri. I Messinesi nel Seicento volevano tenerla per sè e avevano deliberato di dedicarle una cappella in marmo e altre pietre miste. Noi, oggi, chiediamo con fermezza che si provveda a un accurato restauro della statua.
San Michele Arcangelo
Cronaca riguardante l'Immagine di S. Michele Arcangelo
1 Ottobre X ind. 1656
Gesù Maria
Il reverendo padre Claudio di Todaro di questa terra di Librizzi della compagnia di Gesù figlio del fu Dott. Don Giò Domenico e Laura di Todaro avendo avuto sempre mira e intenzione per suffragio e aiuto dell'anima del padre e della madre e di tutti i suoi parenti e per onorare ancora la sua patria dove nacque dopo d'aver portato in questa terra le statue di Santo Ignazio e di S. Francesco Saverio e di S. Claudio martire con la reliquia della mandibola di detto martire un giorno dell'anno 1654 quale giorno non si può ricordare una sera gli venne ispirazione interna di dover fare venire da Napoli una statua di S. Michele Arcangelo essendo il detto santo protettore e titolare di detta terra sua patria per la quale ispirazione subito si scrisse a Napoli a Padre Diego la Jala ministro della casa professa del Gesù in Napoli il quale avendo trattato con un maestro perito da aver da fare una opera signalato il detto si consigliò con detto padre e volle tempo un anno sicchè complita detta opera nel mese di maggio di questo presente anno 1656 venne in Messina detta statua di S. Michele Arcangelo il padrone della barca che l'aveva portato si trovò la pratica levata per il contagio che vi era in Napoli per lo che fu necessario che la statua stesse ferma sopra in spazio di tre mesi circa e dopo con molto stento s'ottenne ad essere ammesso di fare la quarantena avendo abbruciato al padrone della barca tra panni, sete ed altre robbe di mercanzia circa tremila scudi, e molti popolani volevano che la cassa dove era ancora la statua fosse buttata al fuoco ma il senato e i signori deputati della salute avendo visto la magnificenza e la bellezza della suddetta statua del glorioso Santo Michele Arcangelo si ridussero tutti di rimetterla a fare la quarantena con il padrone e marinai che la portarono.
Finita la detta quarantena il Rev. padre Claudio ottenne dall'Illustrissimo senato che detta statua si dovesse portare in casa professa di detta città a ciò se avesse da trasferirsi in questa sua patria di Librizzi per la quale era stata destinata di collocarsi però fatta istanza che si dovesse esporre a vista di tutti nel pubblico in detta chiesa giacché nella detta casa professa in detto giorno si faceva comunione generale. Il padre di detta casa adunati quantità di popolo nella città ordinò che detta statua si collocasse sopra l'altare di S. Michele Arcangelo in giorno di domenica 24 di settembre prossimo passato alla quale dimostrazione detto senato fu tale il concorso di gente così di secolari come religiosi che s'apportò grandissima meraviglia a vedere tale manifattura per la quale molti signori donne e molti altri cittadini avendo visto e rallegrandosi di tale statua andarono all'illustrissimo Senato facendogli istanza che ordinasse detta statua avesse da rimanere nella sua città e che per Messina mai pemettesse che si estraesse fuori perché a caso era venuta nella città stessa con la gioia divina sicché il Senato per li continui gridi fu costretto di fare proibizione che detta statua ne per mare ne per terra dovesse uscire da detta città con tutto ciò che la barca per estrarsi per Librizzi era noleggiata.
Però il lunedì 25 settembre il padre Claudio avendo avuto notizia di questa proibizione ne rimase assai mortificato e per tre giorni continui usando ogni modo con molte intercessioni dei padri di Gesù e altri signori supplicando a detto illustrissimo Senato che dovesse restare servito concedergli licenza di potersi estrarre la sua statua con tanti travagli ricevuta a ciò la dovesse trasferire in Librizzi sua patria per dove era assegnata. Finalmente detto sig. Senato risolutamente gli diede la negativa dicendogli padre che volite che siamo la preda del popolo non avete inteso l'istanza che ne è stata fatta volendo la statua per loro città. Per la quale risposta il padre spensierato di poter avere la statua si deliberò lo martedì sera la mattina di partirsi per Catania dove sta assignato per l'ubbidienza però quando il negozio era disperato di poter ottenere l'intento ebbe impulso che dovesse di nuovo andare a far pregare il Senato a ciò s'avesse compiaciuto dovrà dare licenza per estrarre detta statua. Sicchè la mattina seguente andò da detto illustrissimo senato e con motivi e ragioni e con altro mezzo potente si supplicò di nuovo che si concedesse grazia di darci licenza di portarsi detta statua. Allora per miracolo divino e indolciti tutti quelli signori del Senato conclusero di levarci la proibizione dicendo a detto padre Claudio le seguenti parole: Padre non volemo che navessimo da patire senza la statua e che avessimo di avere questa afflizione con tutto che eravamo deliberati alla vostra statua una cappella di marmo e di altre pietre miste per collocarci detta statua del glorioso Santo Michele Arcangelo dandovi patto per farcene un'altra simile statua per Librizzi vostra patria unze 200 tutto ciò siamo commossi più ancora per essere noi privati di detta gioia così inestimabile come è la vostra statua privandone della devozione che avevamo di tale manifattura che privare la detta terra di Librizzi vostra patria e dubitando detti signori del Senato che alcuni del popolo non avessero a tumultuare mentre il detto padre faceva portare detta statua in barca mandarono i suoi ufficiali per fare uscire detta statua dalla casa professa e per condurcela dentro la barca proibendosi ciascheduno che non li dovessero dare impedimento e con tali ordini non s'avendo mosso nessuno del popolo si imbarcò da subito il giovedì detta statua il venerdì giorno dedicato al glorioso Santo s'arrivò in Patti il sabato seguente si trasportò portata da molti devoti la detta statua fu collocata nella chiesa del convento del Carmine di detta terra di Librizzi dove la sera sonata l'Ave Maria concorsero infinità di gente con lacrime e segni manifesti di grandissima devozione a vedere detta statua e nella stessa sera per ordine di Don Rocco Muscarà arciprete e di tutti gli ufficiali di detta terra si fecero luminarie per tutta l'università sparandosi quantità di fulgarelli in aria soni di tamburi dimostrando segni di mortificazione e devozione. Finalmente la domenica seguente primo giorno di ottobre si ordinò una devotissima processione con la confraternita e i suoi stendardi e si andò in detto convento del Carmine e dai signori ufficiali e da tutto il clero e concorso grandioso di popoli fu la detta statua processionalmente portata sopra le spalle di persone devote con straordinari segni di devozione e con giubilo e allegrezza universale reponendosi detta statua del glorioso S. Michele sopra l'altare della Matrice chiesa come protettore e titolare di detta chiesa e ivi solennemente con musica il dott. Pietro Muscarà cantò la Messa avendosi fatto del detto padre Claudio un panegirico ad onore di detto S. Michele Arcangelo il quale si degni percepire e ricevere l'affetto di questa benchè minima università raccomandandoli con umili preghiere totalmente dedicando alla sua intercessione.
Amen amen .
(Il documento è stato tratto dall'Archivio Parrocchiale della Chiesa Madre di Librizzi ed è pubblicato in Librizzi. Documenti, uomini e fatti prima e dopo il mille, di Antonino D’Amico – Edas 1996, pagg. 113 - 115).
You will find part of this story on this site as well, in one of the posts on the Muscarà ancestors. Please note the role that Pietro and Rocco Muscarà played in the story of the statue of San Michele Arcangelo.
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San Michele Arcangelo torna a Messina
La statua lignea di San Michele Arcangelo, della Chiesa Madre di Librizzi, è tornata a Messina dopo 354 anni per essere esposta nella mostra Angeli senza tempo, al Monte di Pietà, in via XXIV Maggio, dal 23 dicembre 2010 (inaugurazione) al 22 gennaio 2011. La mostra è curata dalla responsabile dell’unità operativa Beni storico-artistici e iconografici della Soprintendenza di Messina, Grazia Musolino. Speriamo che sia l'occasione perchè ci si accorga che sono necessari urgenti interventi di restauro della statua e vi si provveda.
Questa bella seicentesca statua lignea di San Michele Arcangelo oggi necessita di restauri. I Messinesi nel Seicento volevano tenerla per sè e avevano deliberato di dedicarle una cappella in marmo e altre pietre miste. Noi, oggi, chiediamo con fermezza che si provveda a un accurato restauro della statua.
San Michele Arcangelo
Cronaca riguardante l'Immagine di S. Michele Arcangelo
1 Ottobre X ind. 1656
Gesù Maria
Il reverendo padre Claudio di Todaro di questa terra di Librizzi della compagnia di Gesù figlio del fu Dott. Don Giò Domenico e Laura di Todaro avendo avuto sempre mira e intenzione per suffragio e aiuto dell'anima del padre e della madre e di tutti i suoi parenti e per onorare ancora la sua patria dove nacque dopo d'aver portato in questa terra le statue di Santo Ignazio e di S. Francesco Saverio e di S. Claudio martire con la reliquia della mandibola di detto martire un giorno dell'anno 1654 quale giorno non si può ricordare una sera gli venne ispirazione interna di dover fare venire da Napoli una statua di S. Michele Arcangelo essendo il detto santo protettore e titolare di detta terra sua patria per la quale ispirazione subito si scrisse a Napoli a Padre Diego la Jala ministro della casa professa del Gesù in Napoli il quale avendo trattato con un maestro perito da aver da fare una opera signalato il detto si consigliò con detto padre e volle tempo un anno sicchè complita detta opera nel mese di maggio di questo presente anno 1656 venne in Messina detta statua di S. Michele Arcangelo il padrone della barca che l'aveva portato si trovò la pratica levata per il contagio che vi era in Napoli per lo che fu necessario che la statua stesse ferma sopra in spazio di tre mesi circa e dopo con molto stento s'ottenne ad essere ammesso di fare la quarantena avendo abbruciato al padrone della barca tra panni, sete ed altre robbe di mercanzia circa tremila scudi, e molti popolani volevano che la cassa dove era ancora la statua fosse buttata al fuoco ma il senato e i signori deputati della salute avendo visto la magnificenza e la bellezza della suddetta statua del glorioso Santo Michele Arcangelo si ridussero tutti di rimetterla a fare la quarantena con il padrone e marinai che la portarono.
Finita la detta quarantena il Rev. padre Claudio ottenne dall'Illustrissimo senato che detta statua si dovesse portare in casa professa di detta città a ciò se avesse da trasferirsi in questa sua patria di Librizzi per la quale era stata destinata di collocarsi però fatta istanza che si dovesse esporre a vista di tutti nel pubblico in detta chiesa giacché nella detta casa professa in detto giorno si faceva comunione generale. Il padre di detta casa adunati quantità di popolo nella città ordinò che detta statua si collocasse sopra l'altare di S. Michele Arcangelo in giorno di domenica 24 di settembre prossimo passato alla quale dimostrazione detto senato fu tale il concorso di gente così di secolari come religiosi che s'apportò grandissima meraviglia a vedere tale manifattura per la quale molti signori donne e molti altri cittadini avendo visto e rallegrandosi di tale statua andarono all'illustrissimo Senato facendogli istanza che ordinasse detta statua avesse da rimanere nella sua città e che per Messina mai pemettesse che si estraesse fuori perché a caso era venuta nella città stessa con la gioia divina sicché il Senato per li continui gridi fu costretto di fare proibizione che detta statua ne per mare ne per terra dovesse uscire da detta città con tutto ciò che la barca per estrarsi per Librizzi era noleggiata.
Però il lunedì 25 settembre il padre Claudio avendo avuto notizia di questa proibizione ne rimase assai mortificato e per tre giorni continui usando ogni modo con molte intercessioni dei padri di Gesù e altri signori supplicando a detto illustrissimo Senato che dovesse restare servito concedergli licenza di potersi estrarre la sua statua con tanti travagli ricevuta a ciò la dovesse trasferire in Librizzi sua patria per dove era assegnata. Finalmente detto sig. Senato risolutamente gli diede la negativa dicendogli padre che volite che siamo la preda del popolo non avete inteso l'istanza che ne è stata fatta volendo la statua per loro città. Per la quale risposta il padre spensierato di poter avere la statua si deliberò lo martedì sera la mattina di partirsi per Catania dove sta assignato per l'ubbidienza però quando il negozio era disperato di poter ottenere l'intento ebbe impulso che dovesse di nuovo andare a far pregare il Senato a ciò s'avesse compiaciuto dovrà dare licenza per estrarre detta statua. Sicchè la mattina seguente andò da detto illustrissimo senato e con motivi e ragioni e con altro mezzo potente si supplicò di nuovo che si concedesse grazia di darci licenza di portarsi detta statua. Allora per miracolo divino e indolciti tutti quelli signori del Senato conclusero di levarci la proibizione dicendo a detto padre Claudio le seguenti parole: Padre non volemo che navessimo da patire senza la statua e che avessimo di avere questa afflizione con tutto che eravamo deliberati alla vostra statua una cappella di marmo e di altre pietre miste per collocarci detta statua del glorioso Santo Michele Arcangelo dandovi patto per farcene un'altra simile statua per Librizzi vostra patria unze 200 tutto ciò siamo commossi più ancora per essere noi privati di detta gioia così inestimabile come è la vostra statua privandone della devozione che avevamo di tale manifattura che privare la detta terra di Librizzi vostra patria e dubitando detti signori del Senato che alcuni del popolo non avessero a tumultuare mentre il detto padre faceva portare detta statua in barca mandarono i suoi ufficiali per fare uscire detta statua dalla casa professa e per condurcela dentro la barca proibendosi ciascheduno che non li dovessero dare impedimento e con tali ordini non s'avendo mosso nessuno del popolo si imbarcò da subito il giovedì detta statua il venerdì giorno dedicato al glorioso Santo s'arrivò in Patti il sabato seguente si trasportò portata da molti devoti la detta statua fu collocata nella chiesa del convento del Carmine di detta terra di Librizzi dove la sera sonata l'Ave Maria concorsero infinità di gente con lacrime e segni manifesti di grandissima devozione a vedere detta statua e nella stessa sera per ordine di Don Rocco Muscarà arciprete e di tutti gli ufficiali di detta terra si fecero luminarie per tutta l'università sparandosi quantità di fulgarelli in aria soni di tamburi dimostrando segni di mortificazione e devozione. Finalmente la domenica seguente primo giorno di ottobre si ordinò una devotissima processione con la confraternita e i suoi stendardi e si andò in detto convento del Carmine e dai signori ufficiali e da tutto il clero e concorso grandioso di popoli fu la detta statua processionalmente portata sopra le spalle di persone devote con straordinari segni di devozione e con giubilo e allegrezza universale reponendosi detta statua del glorioso S. Michele sopra l'altare della Matrice chiesa come protettore e titolare di detta chiesa e ivi solennemente con musica il dott. Pietro Muscarà cantò la Messa avendosi fatto del detto padre Claudio un panegirico ad onore di detto S. Michele Arcangelo il quale si degni percepire e ricevere l'affetto di questa benchè minima università raccomandandoli con umili preghiere totalmente dedicando alla sua intercessione.
Amen amen .
(Il documento è stato tratto dall'Archivio Parrocchiale della Chiesa Madre di Librizzi ed è pubblicato in Librizzi. Documenti, uomini e fatti prima e dopo il mille, di Antonino D’Amico – Edas 1996, pagg. 113 - 115).
Sunday, December 12, 2010
Wednesday, December 8, 2010
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